Altro che crisi: Gioco d’azzardo in Italia, l’economia che tira!

Giovedì scorso mentre ascoltavo Radio 2 (CaterpillarAM) ho appreso che stiamo per raggiungere un nuovo  invidiabile risultato: saremo il secondo paese al mondo per giro di affari nel gioco d’azzardo. A volte penso che siam proprio un popolo di fenomeni, magari non si pagano i debiti ma a certi vizi non si rinuncia…

Personalmente sono fortunato (o forse no, chissà…) non sono mai stato attratto dal gioco d’azzardo. Non voglio, in questo contesto, entrare nel dettaglio del problema sociale che crea, pur avendo visto con i miei occhi famiglie rovinate. L’argomento è molto complesso e non si può certo ridurre a poche righe rischiando di far di tutta un’erba un fascio.

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Gratta e vinci, lotteria, Superenalotto, Bingo, slot machine, casinò e chi più ne ha più ne metta…Non è una moda del momento perché da sempre noi italiani siamo attirati dal sogno della vincita miracolosa. Nel 2002 il giro di affari di questo settore è stato di 18 miliardi di euro, nel 2011 è arrivato a 76 miliardi e per la fine del 2012 si stima tra gli 88 e i 94 miliardi, e sto parlando solo di quello “legale”. In pratica negli ultimi 10 anni i soldi spesi dagli italiani nel gioco d’azzardo sono aumentati di quasi il 500%.

Desidero solo fermare la tua attenzione sui circa 90 miliardi di euro. Questa cifra impressionante fa ancor più effetto se pensiamo al momento storico. Siamo in crisi di lavoro totale, abbiamo problemi di ogni genere, ma, per un motivo o per l’altro, aumenta in modo continuo chi butta soldi in queste attività. Dico buttare perché una piccolissima minoranza vince mentre tutti gli altri contribuiscono a “ingrassare” i conti di questa “industria”.

Ma chi gioca e perché?

L’aspetto che rende tutto ciò più triste è che a spendere in questi “passatempi” sono in maggioranza persone in difficoltà, le fasce più deboli. Persone che hanno perso il lavoro, in cassa integrazione in difficoltà economiche, che evidentemente vedono nel gioco un’estrema possibilità.

I motivi sono molto diversi:

  • Una minoranza gioca per misurare le proprie abilità;
  • c’è chi lo fa per passare il tempo, per divertimento;
  • La stragrande maggioranza però gioca per l’illusione, il sogno, della gande vincita di denaro.

Sia chiaro, la maggior parte non ha alcun problema patologico.

Ognuno si diverte come meglio crede, la cosa che però mi lascia profondamente perplesso è che magari non si hanno soldi (o si dice) da investire in formazione (con cui creare il proprio lavoro), o in settori fondamentali, ma si trova sempre qualche euro da giocare nel sogno che, per il 99,9% delle persone, resterà tale. Tanto cosa vuoi che sia una monetina qua e una là, come dice Silvestri nella nota canzone, se perdi è qualche spiccio…

Io vendo promesse di ogni sorta
Qualcuna la mantengo
Di tutte le altre invece non mi importa

 

E non incolpate me se ci gettate dei danari
Non ho colpa… se siete schiavi di una tombola
Stracolma di tesori che distribuisce a vanvera
E vi coccola l’idea di impadronirvi della vincita
Vivere di rendita, capita… ogni domenica
E se non hai mai vinto fino ad ora
Sei stato sfortunato, amico tenta ancora…

Chi guadagna e chi ci perde?

In pratica se molte aziende italiane sono in crisi totale, a causa della pesante crisi (e governanti non lungimiranti), chi comanda dall’alto questo business vede i sui guadagni moltiplicarsi. Complice uno stato che, seppur in minima parte, partecipa ai dividendi ed è comunque responsabile di non aver fatto altro che aumentare le possibilità di gioco in mille modi, negli ultimi anni.

A me piace pensare che, in un mondo normale, non debbano esistere vincitori né sconfitti ma si possa parlare di vero successo quando tutte le parti sono soddisfatte. Questo vale per il business ma non solo. In questo caso non è affatto così e l’unico grande sconfitto è il cittadino che con l’illusione della grande vincita riempie le tasche di questi signori.

In conclusione

C’è chi dice di non avere soldi per un’alimentazione salutare e magari compra un pacchetto di sigarette al giorno. Siamo sempre a lamentarci che ci manca qualcosa ma siamo il paese europeo con più telefonini. Non sappiamo dove sbatter la testa per problemi di lavoro ma siamo il secondo paese al mondo nel gioco d’azzardo…

Non so a te ma a me tutto ciò non torna.

Siamo strani noi italiani e abbiamo strani governi. D’altronde viviamo nella repubblica delle banane..

Complimenti per il nuovo risultato! 😉

Tu che ne pensi?

2 commenti in “Altro che crisi: Gioco d’azzardo in Italia, l’economia che tira!

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Effettivamente può sembrare un controsenso, ma non lo è così tanto
Ho fatto il giornalaio per oltre 10 anni in un quartiere popolare della mia città
e ho notato come la gente più è povera e più gioca , forse nella speranza di una rivalsa
non è raro notare gli extracomunitari alle macchinette di videopoker piuttosto che gli
italiani , perché non investono nella formazione? Per due ragioni una di ordine diciamo
così culturale : sono convinti – a torto- di non avere le capacità di migliorarsi , la seconda
ha a che vedere con la rassegnazione ad esempio i corsi di saldatore nella mia città
vanno deserti nella convinzione che” tanto i posti vanno ai soliti raccomandati”
così si preferisce far niente e ciondolare ai barrini piuttosto di fare un corso di formazione

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Marco 19:27

Ciao Mauro,
è una vera tristezza… Non me la prendo con la gente; ognuno fa come gli pare e, appunto, spesso si vede nel gioco la possibilità della vincità che cambia la vita… Mi fa rabbia lo stato che ci marcia alla grande e in questi anni a moltiplicato le possibilità di buttare soldi… L’italia è un paese di raccomandati ma se investi sulla formaziione giusta e ragioni in modo imprenditoriale le cose cambiano, non hai bisogno di raccomandazioni.

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