Com’è una vita degna di essere vissuta?

Ieri sera, su La 7, ho visto la bellissima e allucinante narrazione di Marco Paolini sulla nascita dell’operazione Aktion T 4 “programma eutanasia”.

“Ausmerzen – Vite indegne di essere vissute” trasmessa in diretta dalle cucine dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano.

Emozionante, inquietante… Inevitabile mi sia sentito particolarmente coinvolto in quanto disabile.

Qualcosa di terribile di cui molti non conoscono nulla.

Tutto nasce ben prima dei campi di concentramento, dello sterminio di massa degli Ebrei. A quello si arriverà in modo graduale, prima bisognava fare prove, imparare a uccidere, perfezionare il sistema senza rischiare una perdita di consenso e fare in modo che apparisse tutto normale, logico, naturale.

Il programma si svolse ufficialmente dal ‘39 al ‘41, anche se iniziò ben prima sotto altre forme, ma si evolse e prosegui fino al 1945 addirittura quando gli alleati già occupavano la Germania.

Già nel 33 la Germania inizio una sterilizzazione di massa di tutte le persone affette da malattie ereditarie basandosi sulle teorie dell’eugenetica e l’ideologia della razza pura tramite selezione artificiale, “l’igiene razziale”.

Si calcola che  in soli sei anni furono non meno di duecentomila le persone affette da disturbi mentali a essere sterilizzate.

Ripulire la razza, purificarla in modo da renderla migliore, più forte e abbattere i costi sociali -come ricorda Paolini- non è stato un obbrobrio della sola Germania infatti già in altre zone del mondo si faceva qualcosa di simile: per esempio nella democratica America si sterilizzavano i Sordi.

Il grande salto

Hitler però andò ben oltre, approfittò di questi spunti per fare un salto di qualità, nella sua follia, e dalla sterilizzazione nel ‘39 passò alle cosiddette “uccisioni pietose” dei bambini “difettosi” al di sotto dei tre anni.

Per passare all’attuazione del programma: una pianificazione della soppressione di tutte le vite “indegne di essere vissute”, portatori di malattie gravi ereditarie, di disturbi mentali, disabili di ogni genere, quelli che non potevano lavorare, ritenuti improduttivi, tutti i deboli che, oltre a vivere vite indegne, erano un fardello insopportabile sull’economia dello stato.

Come venivano soppressi questi esseri umani?

Già, inizialmente con iniezioni e quindi si cominciarono ad usare le docce a gas…e infine tutti cremati! Da qui nacquero le tecniche di sterminio di massa.

Il fatto allucinante è che tutto ciò avvenne con la collaborazione di medici di famiglia e psichiatri. Persone di fiducia che portarono alla morte i loro pazienti.

La cosa è passata praticamente sotto silenzio perché in fondo a prodotto piccole cifre rispetto ai milioni dell’intero Olocausto. In fondo si è trattato di “sole” 300.000 vittime indifese.

La scienza prima di tutto?

Addirittura durante la trasmissione svela che molti importanti progressi che la scienza ha fatto derivano da studi svolti su quegli orrori!

Fantastico, a qualcosa è servito.

Ma ti rendi conto?!?

Il progresso scientifico che passa attraverso uno sterminio, un’abominevole serie di esperimenti per il perfezionamento della specie umana, i migliori luminari al mondo che  sperimentavano sulla loro collezione di esseri impuri…

E domani?

Tutto ciò non è passato, riguarda il futuro. Possibile negare la dignità dell’essere umano in nome del miglioramento della specie?

Le nostre democrazie sono davvero al riparo da una simile tentazione?

Quello di Marco Paolini vuole essere un racconto attuale, può sembrare assurdo ma nel 29, durante la più grave crisi economica mondiale, tutto nacque sott’acqua senza che il popolo se ne rendesse conto.

Siamo sicuri che, in altri modi, l’intolleranza non ci porterà a vivere una simile situazione?

Infatti Paolini ci lascia con una domanda inquietante.

Che faremmo noi in una simile situazione? Cosa faresti tu?

Conoscere per riflettere, non dimenticare per non ricadere negli stessi O-errori

A volte mi chiedo: la mia vita è degna di essere vissuta? Sono forse un parassita? E tu?

Buon tutto a tutti! 😉

2 commenti in “Com’è una vita degna di essere vissuta?

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Patrizia 18:01

Ciao, ti ho trovato per caso. E mi ha attirato subito il tuo sito e le parole che hai scritto in chi sono.
provo a risponderti. una vita degna di essere vissuta è una vita. Punto e basta. A ciascuno di noi è stata data una possibilità e quella abbiamo. Ognuna di queste possibilità che sono le vite di ciascuno ha i suoi pregi ed i suoi limiti. Su quello che siamo e abbiamo dobbiamo lavorare per diventare ciò per cui siamo nati. Dei vincenti per il senso vero della vita, forse dei perdenti per il mondo..
Ciao e grazie
patrizia

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Marco 10:45

Ciao Patrizia,
hai ragione una vita degna di essere vissuta è una vita. Chiaro che il titolo dell’articolo è provocatorio e riferito a quella tragedia. Ma attenzione perché la vita ci insegna che la storia è fatta per ripetersi (anche se non ufficialmente) si va sempre più verso la ricerca della perfezione in un modo che non mi piace per nulla.

Mi piace “vincenti per il vero senso della vita” concordo… 😉

Grazie a te del commento

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